lunedì 14 giugno 2010

Il tempo passa veloce e su di lui i giorni svaniscono come fuochi fatui nella notte.
La buon'anima si chiedeva:"Essere o non essere?", io invece mi chiedo:"Perché essere?"
Essere per apparire?
Essere per guadagnare?
Essere per valere?
Essere per comandare?
Essere per imparare e conoscere?
Essere per soffrire?
Essere per amare?
L'apparenza di cosa è fatta? Di begli abiti? Di gioielli? Di estetica?
Guadagnare per avere che? E per lasciarlo a chi? Forse a persone che ricevendo più di quello che meritano non impareranno mai a vivere? Oh! Con i soldi ci si può curare, si può stare in una casa comoda, si fa bella figura con gli amici che magari ci invidieranno un po'. Ma poi?
Valere va bene, ma perché? Per farci vedere grandi davanti ai figli, agli amici e a chi ci sta vicino? Chi vale suscita gelosie ed invidia, attira la critica e la maldicenza e se non pensa a valere per le cose che contano il suo valore è come la crusca.
Comandare a chi? Cosa comandare? Perché comandare?
I capi hanno seguaci, ma suscitano odio negli avversari. Allora perché il potere è tanto ambito e tenuto stretto anche con le armi?
Essere per imparare e conoscere mi piace, ma chi arriva a cento anni ed ha studiato tanto per imparare, lascerà il suo bagaglio che si disperderà. Forse sarà consultato nel tempo su qualche testo, forse, forse, forse.....
Essere per soffrire?
Eh si! Questa è una certezza! Potremmo farne benissimo a meno, ma è un fardello, la sofferenza, di cui nessuno vorrà mai privarci per portarlo poi sulle sue spalle. La sofferenza ci rende santi? Non credo, quando si soffre, ci si raccomanda a Dio, ma pochi sono quelli che accettano dolori e perdite.
Essere per amare? Questo si! Mi piace! Ma amare chi? Perché l'amore eterno è solo nei romanzi e perché l'amore dei genitori per i figli causa tante sofferenze?
Ma l'amore è il respiro della vita ed allora vale davvero la pena di.... essere...per amare!!!!

domenica 23 maggio 2010

Ecco, fra due giorni ci sarà la presentazione del mio libro.
Tutti mi chiedono se sono emozionata, se mi sento orgogliosa e se sono felice.
Io sono, esisto e tanto mi basta.
In pochissimo tempo, lo so per certo, più di trecento persone hanno letto quello che ho scritto.
Quello che mi piace davvero è che abbiano condiviso le emozioni che ho provato nel raccontare le storie dei personaggi.
E' il mio primo esperimento.
Un po' tardivo, ma è sempre il primo. Forse è incompleto, forse troppo circostanziato o forse ha un difetto diverso per per ognuno che lo ha letto.
Mi piace che le persone che conosco mi facciano commenti e critiche, evidentemente sono entrate nella storia ed hanno camminato dentro di essa.
Cosa mi aspetto?
Che ci sia gente curiosa, che voglia sapere cosa può esserci dentro il cuore di Diana e come una persona, normale come me, riesca a costruire percorsi fantastici (in senso di: particolari, al limite della logica).
Mi piacerebbe che chi lo leggerà, rimpianga il fatto che il libro sia troppo breve.
Sarebbe bello discutere con le persone degli argomenti che tratto, a prescindere dal fatto che quelle pagine sono state scritte da me.
Cosa mi disturba in questo momento?
La gelosia di persone alle quali voglio bene.
Non sono famosa e davvero non sono ricca, allora, perché?
Farò la presentazione, ma saranno minuti stressanti e lunghissimi.
Che orgoglio dovrei avere?
Passerà domani e poi un domani ancora e poi, il giorno successivo, la parata, grazie a Dio sarà finita.

mercoledì 12 maggio 2010

Ho scritto LE SETTE STANZE DEL CUORE, una pagina dietro l'altra, senza un programma prestabilito, facendo vivere ai personaggi la loro vita.
Scrivere, se ci si lascia prendere la mano è facile. Possiamo mettere le nostre paure, le nostre emozioni e le nostre speranze o invece possiamo far salire alla mente parole ascoltate, confidenze ricevute e storie di cui siamo stati testimoni, per poi elaborarle.
Non è difficile scrivere, basta entrare nel cuore dei personaggi e farli muovere in autonomia, staccati dal nostro pensiero. Possono infatti comportarsi in modo completamente diverso da quello di chi scrive, se l'autore li lascia liberi, senza condizionare le loro azioni.
Scrivendo, io persona qualunque, avevo fatto una scommessa oltre che con un'altra persona, soprattutto con me stessa.
So dipingere, ma dopo un po' mi sono stancata ed ho piantato tutto lì, ho iniziato mille cose ma non ho mai concluso molto ed allora la scommessa è stata quella di scrivere un libro di almeno 100 pagine e questa partita l'ho vinta.
Mentre scrivevo non facevo progetti e la decisione di inviarlo, una volta finito, ad un Editore, è stata casuale.
Pensando alla mia comodità l'ho mandato all'Editore più pubblicizzato e più vicino.
Passavano i mesi e pensavo di rifornire di inchiostro la stampante per fare una copia anche per me, quando ecco la lettera dell'Editore, ahimè a pagamento, che accettava di pubblicare il mio libro.
Chi mi conosce? Presuntuoso pretendere che qualcuno puntasse rischiando su di me ed allora ho firmato il contratto.
Quando è arrivata la contropartita del pagamento, 180 libri che avrei dovuto vendere per rientrare del mio, per poco non mi è venuto un coccolone vedendo, in concreto, la quantità di volumi che avevo davanti.
Strano, ma vero, sono passati tre mesi ed i libri sono tutti venduti e se vorrò averne qualcuno a portata di mano, dovrò comprarne ancora.
Non so se venderò qualcosa al di fuori del mio giro, la vendita si basa su una distribuzione su richiesta da parte dei librai .
E qui il cane si morse la coda.
Se il libraio non vede il libro, certamente non lo tiene; se il lettore non lo vede, non lo compra ed allora affidiamoci agli acquirenti on line ed alla loro curiosità.
Ma una soddisfazione l'ho avuta, vederlo girare nel web pubblicizzato è una cosa molto gratificate.
E' il mio primo libro, è particolare, picchia dentro l'anima, ma da una speranza.
Non ci sono rose o fiorellini, niente tramonti o baci sulla spiaggia, ma il nulla, il fuoco e la sconfitta dei nemici interiori.
Scrivi, scrivi, ho ucciso anche i miei.
Aspettando domani vi auguro di uccidere anche i vostri.

martedì 4 maggio 2010

Devo decidermi!!!! Non è più il tempo per piangersi addosso.
Guardando al di fuori del mio piccolo "io", c'è un mondo con sofferenze vere e.... senza lagne.
Oltre tutto, compatirsi fa perdere tempo prezioso e mi impedisce di dedicarmi alle persone che ho vicino a me.
Voglio scrivere i pensieri che in questi giorni mi frullano in testa.
A che serve registrare un'intervista per pubblicizzare un libro se il tuo Editore non lo distribuisce?
Forse è un modo per dare gratificazione?
Gratificazione.....de, e dico de che?
Fare da scimmia per cinque minuti per essere mandata in onda tre!!!!!
Forse ci sarà chi ci prova gusto, per quel che mi riguarda, il solo pensiero è stressante.
Non sarebbe più semplice scrivere un libro, e quando l'Editore lo pubblica, lasciare che venga distribuito e cha cammini con le proprie gambe e con il passaparola?
Domani dirà se avevo ragione o torto ed a lui lascerò la sorte dei miei scritti.

domenica 2 maggio 2010


Il domani arriva sempre nuovo e sorprendente.
Può essere furtivo come un ladro, vigliacco come un traditore, infido come un terrorista o bugiardo come una promessa non mantenuta.
Può essere tutto questo, ma può anche essere sorprendente in positivo e portarmi emozioni e soluzioni che non avevo sperato immaginato.
Il domani porta sempre con sé qualche sorpresa!!!!
Aspettando domani ricevo quotidianamente il mio regalo: la SPERANZA.
Se non ci fosse il domani, non potrei credere in nulla. A che gioverebbe lavorare, impegnarmi e darmi tanto da fare se non potrò vedere oltre il tramonto?
Chi soffre o sta male, chi teme per la propria vita, ha paura del domani perché non sa se potrà viverlo, ma c'è un dopo più chiaro ed eterno ed a quel pensiero mi aggrappo aspettando domani.C'è una madre che nutre una speranza dolorosa ed io le auguro che arrivi presto l'oggi della consolazione del cuore.

mercoledì 28 aprile 2010

Aspettando che domani il mondo cambi mi guardo, bella bella, la guerra di Troia.
Perché bella, bella?
Certo non perché Troia fu incendiata e nemmeno per tutti gli uomini che morirono in combattimento.
Facendo un paragone tra le guerre di allora e quelle di adesso, trovo che ci sia una grande differenza. Si, gli uomini morivano anche allora, c'erano le razzie che ora non ci sono più, ma chi moriva lo faceva con onore, i combattimenti erano corpo a corpo, uno contro l'altro, ad armi pari.
Certo ci fu quel gran paraculo di Ulisse a rovinare tutta la correttezza bellica.
E certo! Lui ha dato l'esempio e tanti altri, che gli sono andati dietro nei secoli, con l'inganno hanno riportato le loro gloriose vittorie.
Il mondo è pieno di conflitti e non se ne può più, ci sono quelli di moda, quelli dimenticati e quelli ancora in gestazione.
Mi chiedo perché, chi vuole fare la guerra, non fa un bel corpo a corpo con l'avversario lasciando in pace il resto dell'umanità.
Forse domani sarà ancora così, come nei tempi antichi, senza bombe chimiche e senza nobili falsi pretesti.
Le guerre belle, belle sono quelle della storia antica e soprattutto quelle che non si combattono, quelle moderne non mi piacciono affatto e con la speranza che scoppi la pace, vado a letto aspettando un domani sereno.

mercoledì 21 aprile 2010

Il Gruppo ALBATROS è lieto di invitarla alla presentazione del libro:

LE SETTE STANZE DEL CUORE
di

DIANA SGANAPPA VICCIANTUONI

25 MAGGIO, 2010
libreria "IL FILO"

Via Basento 52/e ROMA
ore 17,30